"Tu chi sei?"
"Non conosci più i tuoi colleghi?"
"Tu non sei un collega."
"Come sarebbe a dire? Guarda meglio."
"Mai vista la tua faccia."
"Ah, capisco! Non mi riconosci perché sono addetto ad accendere il fuoco. Perciò mi vedi di rado."
"Neanche per sogno: in cucina non c'è nessuna faccia con quella bocca sporgente."
"Mi sono fatto la bocca troppo sporgente" pensò Scimmiotto; abbassò la testa, si sfregò la bocca con la mano e pensò: "Sporgi meno!" Così accadde.
"Cos'è questa storia? Un momento fa avevi una faccia diversa. Ti è bastato toccarla per farla cambiare: è una cosa loschissima. E poi non sei dei nostri, io non ti ho mai visto. Con la disciplina che c'è da noi, gli addetti al fuoco stanno sempre in cucina; per la montagna vanno solo le pattuglie. Nessuno può avere tutti e due gli incarichi."
L'astuto Scimmiotto spiegò: "In cucina ero così bravo, che mi hanno promosso al servizio di pattuglia."
"Se è così, devi essere stato assegnato a un gruppo di pattuglia di quattrocento uomini e a una sezione di quaranta, e devi avere la piastrina di riconoscimento. Ce l'hai?"
Scimmiotto aveva riprodotto quello che vedeva del suo modello; la piastrina non era in vista. Però rispose con disinvoltura: "E come non avrei la piastrina! Me l'hanno appena data. Tu piuttosto ce l'hai? Falla vedere per primo."
Il mostro sbottonò ingenuamente la giubba e mostrò la sua piastrina, laccata d'oro e appesa a un filo di lana verde.
Scimmiotto lesse: Piccolo Sfondavento; e sul verso: Per la potenza di tutti i diavoli. Rifletté: "Si capisce, la parola vento deve entrare nel nome di tutti gli esploratori." E disse: "Ora ti mostro la mia."
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