Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     La fronte del diavolo più anziano si imperlò di sudore; egli si rivolse agli altri due con voce tremante: "Fratelli, ve lo dicevo che era meglio non prendersela con il monaco cinese. Quel discepolo è fortissimo, e sta già aguzzando la sua sbarra contro di noi. Che facciamo?" E ordinò: "Ritirate le truppe nella grotta, chiudete le porte e lasciate che sulla montagna passi chi vuole."
     Ma un capitano che era al corrente degli ultimi avvenimenti riferì: "Maestà, i soldati di guardia all'ingresso si sono sbandati."
     "Come mai sono scappati? Avranno annusato il pericolo che si avvicina. Sbarrate immediatamente le porte!"
     E infatti si udirono rinchiudersi i pesanti battenti e risonare i metalli di catene e catenacci.
     "Adesso siamo tutti chiusi dentro" pensò inquieto Scimmiotto. "Qualunque cosa non vada per il suo verso, mi trovo senza una via di ritirata. Sarò più tranquillo se, con qualche frottola supplementare, riuscirò a fargli riaprire il portone."

     "Vostre maestà, non è tutto: ha detto di peggio."
     "Che cosa ha detto?"
     "Diceva che scorticherà vivo il primo gran re, disosserà il secondo e strapperà i tendini del terzo. Chiudere le porte non serve, perché lui può facilmente trasformarsi, per esempio in una mosca, e intrufolarsi dalla minima fessura. Se lo facesse, come ci difenderemmo?"
     "Fratelli, attenzione! In questa grotta non si vedono mosche da anni: se ne vedete volare una, non può essere che Scimmiotto."
     "Li servo subito" ridacchiò Scimmiotto fra sé. "Il panico che ne seguirà li costringerà a riaprire le porte."


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