Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     A questo punto i diavoli si dettero a brindare: "Quel macaco può dimenticare la strada dell'Occidente, e anche quella dell'oriente. Se il monaco vuole ancora trovare scritture, non gli resta che far girare all'indietro la ruota delle incarnazioni e ricominciare daccapo." Ridendo e dandosi pacche sulle spalle, con i boccali in mano, si diressero verso il tavolo del banchetto che doveva celebrare la loro vittoria.
     Scimmiotto stava stretto dentro il vaso; perciò si rimpicciolì e sedette in un angolo, a suo agio. Sentiva una gradevole frescura, e commentò: "Questi mostri si illudono di avere chissà quali armi. Perché mai andranno raccontando che questo vaso liquefà la gente in tre ore e mezza? Ci si sta così comodi, che ci si potrebbe vivere allegramente per sette od otto anni."

     Ma il grande santo, ahimè, non sapeva come funzionava il vaso. Nel perfetto silenzio, il bel fresco poteva durare anche per un anno filato. Ma guai se si rompeva il silenzio: bastava una parola per scatenare fiamme che divoravano il chiacchierone. Ancor prima che finisse la frase, il vaso diventò rovente. Per fortuna il grande santo era pieno di risorse: si limitò a fare il segno che allontana il fuoco e se ne rimase seduto impassibile nel suo angolino. Dopo un'oretta, ecco spuntare da tutte le parti quaranta serpenti che venivano a morderlo. Scimmiotto li acchiappò a uno a uno, gli torse il collo e lo ruppe. Poi comparvero tre draghi di fuoco che lo accerchiarono.
     Allora il Novizio incominciò a sentirsi a disagio: "Gli altri erano giochetti, ma questi draghi possono essere pericolosi. Se me ne resto qui come un salame e il flogisto mi raggiunge il cuore, che sarà di me? Devo crescere fino a rompere la prigione."


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