"Caro il mio mostro, dovresti pensarci due volte prima di dire certe assurdità. Manipolare la mia testa con i tuoi utensili da cucina, come se fosse una zucca! Comunque io sono di parola, va avanti. Vediamo che cosa riesci a combinare."
Il diavolo calò un altro colpo tremendo, e questa volta la testa si aprì in due: anzi, tutto il corpo si aprì e rotolò per terra. Si alzarono due Scimmiotti. Il mostro, con la lingua fuori, guardava perplesso e non si capacitava. Porcellino, che stava da parte a contemplare la scena, gli gridò: "Picchia ancora, che diventano quattro."
"Sembra che tu sia capace di sdoppiarti" constatò il diavolo. "Perché non lo hai fatto al primo colpo?"
"Perché non ci avevo pensato" rispose Scimmiotto ridendo. "Ma se vuoi continuare, non fare complimenti: ti basteranno pochi colpi per fabbricarti un migliaio di buoni amici come me."
"Macaco diabolico, ti sai sdoppiare, d'accordo; ma sei capace di rimetterti insieme? Fammi vedere. Potresti ritornare come prima e provare a colpirmi con la tua sbarra."
"Avevi proposto di darmi tre sciabolate, e me ne hai date solo due. Ma se ho ben capito ti piace la mia sbarra e vuoi provare che effetto fa sulla tua testa."
"Proprio così."
"Agli ordini, signor curioso."
I due Scimmiotti si abbracciarono, rotolarono avvinti per terra e ridivennero uno solo. Il quale balzò in piedi, brandì la sbarra e l'abbatté sulla testa del diavolo. Ma quello parò con la sciabola e gridò: "Macaco insolente, come osi minacciare i superiori con questo bastone da beccamorto?"
|