Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Vuoi saperne di più, sulla mia sbarra?" urlò Scimmiotto. "È famosa in cielo e in terra!"
     "Perché mai sarebbe famosa?"

     "Fu forgiata di ferro trasmutato
     Per nove volte da Laozi in persona.
     Fu l'arma di Yu il Grande, "la divina",
     Con cui dragava i fiumi e fissò i mari.
     Racchiude al centro la carta del Cielo;
     Sui cerchi d'oro delle estremità
     Porta segni di draghi e di fenici,
     Magiche rune da paralizzare
     Diavoli e dèi. Fu nominata Scettro
     Dello Yang Trascendente e fu nascosta
     In fondo al mare, lungi dagli sguardi
     Degli umani. Ma al giunger di Scimmiotto
     Arse di ogni colore e diede luce.
     La portai sul mio monte e ne saggiai
     Le possibilità: la feci grossa
     Come una grande giara, oppur sottile
     Come un filo di seta; un breve ago
     O un'alta vetta. Come io la voglio
     Lei si trasforma, ed agita le nubi

     E sa lanciare fulmini violenti.
     Quando ti appare fra sinistre brume,
     Brividi freddi corron la tua schiena.
     Dal profondo del mar fino ai confini
     Del cielo su di me la custodisco.
     Trionfa delle tigri e dei dragoni,
     Ai guardiani del cielo si sottrasse
     E Nata mise in fuga: quei celesti
     Non sapevano più dove nascondersi.
     L'Imperatore di Giada, insicuro
     Della guardia del tuono e dei ministri,
     Al Buddha si rivolse per aiuto.
     È retaggio delle armi la sconfitta:
     Fui prigioniero cinquecento anni.
     Ma quando Guanyin volle protezione
     Pel monaco cinese, incaricato
     Di ricercare i sutra, ricordò
     Questa sbarra implacabile di ferro.
     Essa riduce in polvere i perversi
     Che infestano la via. Davanti a lei
     Tremano i luminari su nel cielo
     E i giudici infernali sotto terra.


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