Non c'è diavolo o mostro che resista."
C'era di che riempire di pensieri il povero re diavolo. Tuttavia non poteva tirarsi indietro, e brandì nuovamente la sua sciabola. Il re scimmia lo affrontò allegramente. Lo scontro incominciò davanti alla grotta e proseguì per aria, dove entrambi ben presto balzarono. Che battaglia!
Ecco la sacra sbarra A piacer vostro che dragò il Fiume Celeste, celebre nel mondo intero. Il diavolo irato le contrappone la sua temibile sciabola. Nella spietata battaglia, uno cambia di aspetto a volontà, l'altro si allunga fino al cielo. Una densa bruma nasconde gli astri, la nebbia ricopre le selvagge distese. Uno vuol divorare Tripitaka, l'altro lo difende.
Il bene e il male, chiaramente contrapposti, si combattono all'ultimo sangue.
Dopo una ventina di scontri, Porcellino non riuscì a trattenersi e si gettò anche lui addosso al diavolo, minacciandolo con il rastrello. Questi non sapeva che il nuovo nemico era un impulsivo facile a scoraggiarsi, più rumoroso che pericoloso. A giudicare dalla sua mole, pensò che avesse la mano pesante: lasciò cadere la sciabola e si diede alla fuga.
"Acchiappa, acchiappa!" gridava Scimmiotto. Il bestione si gettò all'inseguimento levando il rastrello. Ma ai piedi del pendio il fuggiasco si fermò, si volse verso gli inseguitori e riprese il suo aspetto originario, spalancando una gola gigantesca. Porcellino s'impaurì: si gettò nei cespugli, senza badare alle spine che gli laceravano le carni, e ci si rimpiattò tutto tremante, spiando e tendendo le orecchie in attesa del seguito.
|