Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Ma che ci stai a fare?"
     "Qualche volta la tua perspicacia lascia un po' a desiderare. Siamo d'autunno e ormai fa fresco. Sai che noi monaci meniamo vita austera: la mia tonaca non è foderata e io sono freddoloso. Ma qui dentro si sta benone: hai una pancia bella calda. E poi sono al riparo dal vento. Per l'inverno non c'è posto migliore; credo che uscirò a primavera."
     "Avete sentito, maestà?" fremeva la folla dei mostri. "Vuol passare l'inverno dentro di voi!"
     "Ci si provi! Io mi metterò in posa di meditazione, mi ibernerò e non mangerò più niente: quel maledetto equipuzio creperà di fame."
     "Ma lo sai, vecchio mio, che non sei mica tanto sveglio?" replicò Scimmiotto. "Durante il viaggio con il monaco cinese, siamo passati da Canton. Là ho comperato un bel fornello portatile per cuocere lo spezzatino, e lo porto sempre con me. Di roba da mangiare ce n'è per tutti i gusti, in questa dispensa: fettine di fegato, fiocchi di trippe, battuto di stomaco, spuma di polmone... Ho di che campare fino alla festa del cinque aprile."

     "Fratello!" avvertì terrorizzato il secondo diavolo. "Guarda che quel macaco è capace di tutto!"
     "Supponiamo che voglia davvero cuocersi lo spezzatino" filosofò il terzo diavolo. "Dove potrà appoggiare il fornello?"
     "Mi sceglierò un bell'osso a tripla forca" rispose Scimmiotto.
     "Ma se accenderai il fuoco" obiettò il terzo diavolo, "il fumo uscirà dal naso del mio fratello maggiore e lo farà starnutire, non ti pare?"
     Scimmiotto si mise a ridere: "Ma no, se è questo che ti preoccupa, ho pronto il rimedio. Gli farò un bel buco nel cranio con la mia sbarra: servirà da camino, e un po' anche da finestra. Qui c'è caldo, ma fa buio."


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