Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il terzo diavolo chiamò a raccolta le sue truppe e riunì in breve più di trentamila mostri, tutti equipaggiati di armi da punta e da taglio. Uscì con il secondo diavolo e li schierò a battaglia nella formazione in tre ranghi, pronti a ingaggiare il combattimento. Poi gridò a gran voce: "Vieni, Novizio: vedrai quante belle manovre potrai fare!"
     Il grande santo, dal ventre, sentì tramestio di soldati, gracchiar di corvacci, svolazzar di avvoltoi, stridere d'aquile. Rifletteva: "Devo uscire per non mancare di parola, ma questi mostri infidi mi stanno preparando l'accoglienza. La loro parola non vale niente: altro che farsi accompagnatori del maestro! Li sento che preparano i loro uomini. Tanto peggio. Ciascuno avrà quello che merita. Intanto sarà meglio che, prima di uscire da qui, ci lasci un ricordo."

     Si strappò un pelo della coda e lo trasformò in un filo più sottile di un capello, ma molto resistente e lungo quaranta tese. Con un'estremità fece un nodo scorsoio che, al tendersi del filo, avrebbe serrato il cuore. L'altra estremità la portò con sé, e commentò ridendo: "Sarà meglio che mantengano la loro promessa, quando sarò uscito. In caso contrario tirerò il filo, e per il mio amico non sarà meglio che se fossi rimasto dentro la sua pancia."
     Quindi si fece piccolo e si arrampicò nella gola; da lì si vedevano la bocca spalancata e le file dei denti taglienti, per quanto alcuni si fossero rotti. Sostò di nuovo a pensare: "Se esco di lì con il mio filo e lui se lo trova fra i denti, finirà per spezzarlo. Mi converrà passare dove non ha denti."


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