"Perché no, saggi fratelli?" chiese il fratello maggiore.
"Dammi tremila uomini, e te lo riporto ben legato e impacchettato, quel macaco."
"Prendine quanti ne vuoi. Puoi utilizzarli tutti, se ti sembra prudente."
Il secondo diavolo convocò tremila mostri, li schierò lungo la strada maestra e inviò un messaggero, con gagliardetto azzurro, che portava questo messaggio: "Scimmiotto il Novizio! Presentati immediatamente per sostenere la guerra che ti dichiara sua maestà il secondo grande re."
Quando il messaggero arrivò a destinazione, Porcellino si mise a ridere: "Fratello, come dice il proverbio: frottole a muso tosto, non ci crede la gente del posto. Hai detto le bugie. Quei diavoli non li hai sottomessi, e adesso ti mandano sfide, altro che palanchini!"
"Il maggiore ha avuto il fatto suo: gli viene mal di pancia solo a sentire il mio nome. È il secondo fratello che mi sfida: non si rassegnerà ad accompagnarci. Devo dire che quei diavoli mostrano una solidarietà fraterna degna di rispetto: magari potessimo dire altrettanto noi! Naturalmente, se vuoi, puoi affrontarlo tu, che sei secondo come lui; tra fratelli maggiori ci siamo già battuti."
"Non mi fa mica paura" rispose Porcellino. "Qualche legnata gliela dò volentieri."
"Va pure."
"Certo che vado" disse ridendo Porcellino. "Ma mi farebbe comodo una corda."
"Che cosa te ne faresti? Tu non sei capace di entrargli dentro e di annodargliela intorno al cuore."
"No, no. Pensavo di legarmela alla vita, come fune di salvataggio. Voi potreste tenere un'estremità, e darmi corda se le cose vanno bene; se invece vanno male, potreste tirarla e farmi uscire di scena."
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