Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Pregate il re Yama di concedermi un rinvio, in nome della sua grande amicizia con Scimmiotto Consapevole del Vuoto, che è il mio condiscepolo anziano. Tornate un'altra volta."
     "Balle! Se Yama a mezzanotte fissò l'ora, nessuno oserà darti tempo ancora. Seguimi immediatamente, se non vuoi che ti trascini con la corda al collo."
     "Non lo crederete, capo, ma avrei preferito continuare questa vitaccia, per scomoda che sia. Comunque, se proprio devo morire, pazienza. Mi serve solo un giorno di rinvio, per dare ai miei compagni il tempo di catturare i mostri, rivedere il maestro e salutare tutti quanti."
     "D'accordo" rispose Scimmiotto ridendo fra sé. "Ho una lista di trenta persone di cui mi devo occupare: tutta gente che abita da queste parti. Ti lascerò per ultimo, e questo ti varrà un rinvio di un giorno. Dammi dunque la mancia per il mio disturbo."

     "Non ho un soldo. Noi monaci non possediamo niente."
     "Se non hai soldi per la mancia, non c'è scusa che tenga: vieni subito con me, e con la corda al collo."
     "No, capo, la corda no! So che si chiama 'corda che toglie la vita' e, se vien messa al collo, subito si rende l'anima. Non è che proprio non abbia soldi: ne ho pochi."
     "Vediamo. Sbrigati a tirarli fuori."
     "Miseria! Da quando sono diventato bonzo ho raccolto mezza oncia d'argento, accumulando le monetine che i donatori a volte mi offrono oltre il cibo, in considerazione del mio appetito inesauribile. Per portarmi dietro comodamente il denaro, l'ho fatto fondere in un pezzo solo da un orefice, nell'ultima città da cui siamo passati. Ma quel ladro mi ha derubato: il pezzo non pesa più di quarantasei centesimi. Prendetevelo."


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