Frugò nella cintura e vide che ne restavano una dozzina: "Ne darò dieci di mancia a questa brava gente, e ne conserverò una coppia per farla riprodurre."
Il piccolo sciame d'insetti prese il volo e si sparse sulle facce dei mostriciattoli, penetrando nelle narici. In breve quasi tutti ciondolarono il capo e caddero profondamente addormentati. Solo quello che teneva l'attizzatoio combatteva contro il sonno; gli occhi gli si chiudevano, ma lui si grattava la testa, si pizzicava le guance, si tirava il naso e starnutiva a ripetizione.
"Il ragazzo sa fare il suo mestiere. Gli rifilerò una dose doppia." E gli gettò sul viso un altro insetto: "L'uno o l'altro degli insetti che gli sono entrati nel naso finiranno per metterlo in pace con sé stesso." In effetti l'attizzatore fece un paio di sbadigli, si stirò, lasciò cadere l'attizzatoio e sprofondò nel sonno.
"Ecco un rimedio naturale, semplice ed efficace" si disse il Novizio. Riprese il proprio aspetto, si avvicinò alla pentola e chiamò: "Maestro!"
"Aiuto, Consapevole del Vuoto!" esclamò Tripitaka.
"Ci chiami da dentro o da fuori?" chiese stupito Sabbioso.
"Non mi starai chiedendo, per caso, di venire lì dentro a soffrire con voi?"
"È il solito imboscato" brontolò Porcellino. "Noi qui dentro a cuocere a fuoco lento, mentre lui se ne va a passeggio."
"Parla piano, bestia" gli disse ridendo Scimmiotto. "Ti farà comodo che ti tolga da lì."
"Allora sbrigati."
Il Novizio tolse il coperchio e, in bell'ordine, liberò il maestro, ricuperò il proprio pelo, fece uscire Sabbioso e infine Porcellino. Il bestione, non appena si sentì libero, voleva alzare i tacchi.
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