I tre corsero a vedere di persona e, constatata la situazione, urlarono tutti insieme: "Presto, catturate il monaco cinese!"
Gli addetti al fuoco continuavano a ronfare; ma dappertutto, nelle sale del palazzo, mostri giovani e vecchi balzarono in piedi e corsero in folla verso il portone principale, con un grande sbatacchiare di sciabole e di lance. La porta era chiusa e i guardiani notturni erano intenti alle loro ronde come se niente fosse.
"Dov'è fuggito il monaco cinese?"
"Da qui non è passato nessuno."
Corsero alla porta posteriore, ma anche là tutto era in ordine. Allora si sparsero per ogni dove, illuminando a giorno ogni angolo con le loro torce e lanterne: ed ecco i quattro monaci intenti a scalare il muro di cinta.
"Dove credete di andare?" gridò il diavolo anziano, che si trovò da quelle parti.
Il reverendo, terrorizzato, perse la presa, cadde giù come una pera e fu afferrato personalmente dal diavolo anziano. Porcellino, Sabbioso, il cavallo e i bagagli furono sommersi da una marea di mostriciattoli. Solo Scimmiotto risultò inafferrabile.
Le prede furono riportate nella sala e vennero legate alle colonne. Ma il primo diavolo stringeva Tripitaka e rifiutava di mollarlo.
"Che cosa conti di farne?" chiese il terzo diavolo. "Non vorrai mica mangiartelo crudo: sarebbe sprecato. Una persona catturata a caso sulla strada, puoi anche sgranocchiartela per ingannare l'appetito. Ma questo è un raro prodotto di una civiltà superiore: bisogna riservarlo a ozi luculliani in un giorno di pioggia, cucinarlo con cura e gustarlo con ponderazione. Va accompagnato con un vino adatto e festeggiato con giochi di sciarade o con la morra, mentre musica raffinata suona in sottofondo."
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