"Sono i mostri ammessi a corte" si disse il Novizio. "Quella è la divisa che bisogna indossare per andare a procurarsi informazioni più sicure."
Così fece e si accodò al flusso in entrata. Presto incontrò Porcellino, che gemeva legato a una colonna. Scimmiotto sostò accanto a lui e bisbigliò: "Consapevole delle Proprie Capacità!"
Il bestione riconobbe la voce: "Sei tu, caro condiscepolo? Tirami fuori da qui!"
"Sta tranquillo, lo farò. Dov'è il maestro?"
"È morto: stanotte i diavoli se lo sono mangiato crudo."
Il Novizio si mise a piangere. Ma Porcellino soggiunse: "Un momento: questo è quanto si dice. Io non l'ho visto con i miei occhi. Prima di metterti a piangere, faresti bene a controllare la notizia."
Scimmiotto proseguì il cammino, e in una sala più interna vide Sabbioso legato a una colonna. Lo accarezzò e gli disse: "Consapevole della Purezza!"
"Fratello!" esclamò Sabbioso piangendo. "Non sono riusciti a cuocerlo e l'hanno mangiato vivo."
L'ennesima conferma della stessa versione fu come un coltello nel cuore del grande santo. Balzò in aria e ritornò sulle colline a est della città, dove pianse e singhiozzò. Invocava: "Maestro!
Voi mi salvaste dalle conseguenze
Dei miei peccati e poneste al servizio
Del Buddha, per difendervi e raggiungere
La perfezione. Chi avrebbe creduto
Che sarebbe arrivata una mattina
Gelida come questa, in cui ogni cosa
È perduta? Qui ha fine il nostro viaggio
Verso Occidente. L'anima e il respiro
Son separati, non resta più niente."
In preda alla disperazione, Scimmiotto si diceva: "La colpa è del beato Buddha, che nella sua beatitudine non ha trovato niente di meglio da fare che collezionare i sutra dentro le sue ceste. Se davvero possono essere così utili alle terre dell'Est, perché non ce li ha spediti senza tante storie? Gli sarà dispiaciuto separarsene, e perciò avrà inventato questa pericolosa ricerca. Chi avrebbe mai pensato, dopo tante avventure e tanti guai felicemente superati, che questa volta il maestro sarebbe perito? Così sia! Andrò a trovare il Beato e gli racconterò tutto. Se vuole affidarmi le scritture, compirò io il voto di Tripitaka di diffonderle nell'Est. Altrimenti gli chiederò di recitare l'incantesimo che apre il cerchio e ritornerò sulla mia montagna, a prendermi cura delle mie scimmiette."
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