Il grande santo scese dunque sui merli delle mura e gridò: "Bestiacce immonde, venite a battervi con il vecchio Scimmiotto! Muovetevi!"
I mostriciattoli spaventati ruzzolavano di sotto e correvano come matti al palazzo per annunciare: "Vostre maestà, Scimmiotto è sulle mura e vi sfida a combattere."
"Non lo si è visto per tre giorni; speravo che ormai ci fossimo levata di torno quella scimmia. Non avrà per caso impiegato il tempo a trovare rinforzi?" suggerì il primo diavolo.
"Andiamo a vedere. Non ci fanno certo paura, né lui né i suoi rinforzi" replicò il terzo.
I marescialli diavoli impugnarono le loro armi preferite e corsero alle mura. Localizzato Scimmiotto, si scagliarono su di lui senza perder tempo, e furono accolti dal mulinare della sbarra. Ma dopo sette od otto scontri, Scimmiotto finse di trovarsi in difficoltà. "Dove credi di scappare?" gridavano i diavoli. Lui balzò sulle nuvole, e i diavoli lo inseguirono.
A questo punto i diavoli non videro più il Novizio, che era scomparso dentro una luce abbagliante: i cinquecento arhat e i tremila dèi protettori li circondarono. Il cerchio che li stringeva non avrebbe lasciato passare una goccia d'acqua. Davanti a loro si profilò, nella sua aureola d'oro fiammante, la triplice immagine del Buddha presente, passato e futuro.
Il primo diavolo fu preso dal panico: "Si mette male, fratelli! Come avrà fatto quel farabutto intrigante a portar qui i nostri padroni?"
"Dài, fifone, non tremare!" gridò l'intrepido terzo. "Diamo l'assalto al Buddha e conquistiamo il suo monastero!" Gli incoscienti brandirono le armi e si gettarono davvero all'attacco, colpendo all'impazzata.
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