"Di che si tratta?"
"Non abbiamo ancora preso la Regina di Bellezza, e non ho idea di quale creatura si tratti. Inoltre dobbiamo mostrare entrambi al re di Bhiksu: non mi è sembrato una persona molto sveglia, e voglio essere sicuro che si convinca bene."
"Va pure a catturare questa Bellezza; io aspetterò qui, e poi ti accompagnerò dal re."
Scimmiotto e Porcellino irruppero nella grotta gridando: "Dagli alla strega!" La povera Bellezza, terrorizzata, sbucò fuori dalla quinta di pietra, ma si trovò davanti Porcellino. Si mutò in luce fredda e sfrecciò via accanto a Scimmiotto, che la tramortì al volo con uno scappellotto e la restituì alla sua forma originale: era una volpe dal muso bianco.
All'incontenibile bestione scappò di mano una rastrellata, che ridusse l'infelice seduttrice di regni a un mucchietto di peli dentro una pozza di sangue.
"Fermo, l'hai ridotta molto male!" gridò Scimmiotto. "Che cosa ci rimane da mostrare al re?"
Il bestione prese il cadavere per la coda, senza darsi pensiero se si sporcava le mani, e seguì Scimmiotto che ritornava verso Longevità; il quale si intratteneva con il suo cervo lisciandogli il muso: "Che cosa ti è venuto in mente, brutta bestia, di lasciare il tuo padrone per darti al mestiere di mostro? Hai visto che per poco non ci rimettevi la buccia? Meno male che sono arrivato in tempo."
"Che cosa gli dici, vecchio svanito?" chiese Scimmiotto sopraggiungendo.
"Gli faccio la lezione, perché non ripeta l'errore."
Porcellino gettò i resti della volpe davanti al cervo: "Ecco qui la tua bella parente."
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