Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Discepoli" rispose Tripitaka, "ricordate sempre il detto degli antichi: nessun bene è tanto piccolo che non valga la pena di farlo; nessun male è tanto piccolo che non si debba guardarsene. L'aiuto che ci viene chiesto va sempre dato."
     "Maestro, così sia" disse Scimmiotto. "Non cercherò di dissuadervi: ne ricaverei soltanto il vostro malumore. Ma questa è una responsabilità che non mi voglio prendere. La volete salvare? Fatelo voi."
     "Si capisce, scimmia zuccona!" inveì Tripitaka. "Tu resta in panciolle, mi aiuterà Porcellino."
     Il monaco cinese ritornò alla radura con Porcellino, che sciolse i legami e con il rastrello scavò il terreno in cui la ragazza era semisepolta. La buona lamia scosse il terriccio dalle calzature, si aggiustò la gonnella e seguì Tripitaka con segni di giubilo e di riconoscenza. Quando la vide comparire, Scimmiotto sghignazzò. Tripitaka esasperato gli chiese: "Che cosa ti fa ridere, brutto scimmione?"

     "Mi fate ridere voi, maestro. Pensavo al distico:

     Se viene la fortuna, amici certo avrai;
     E quando essa ti lascia, la bella incontrerai."

     "Tutte bugie, diabolico macaco! Sono monaco da quando mia madre mi ha partorito; sono un inviato imperiale: non sono di quelli che vanno cercando il proprio guadagno e la soddisfazione della carne. Perché la fortuna mi dovrebbe lasciare?"
     "Maestro" sghignazzò Scimmiotto, "avete un bell'essere monaco: vi avranno insegnato a leggere i sutra e a pregare il Buddha, ma le leggi non le conoscete. La ragazza è giovane e carina; voi e io siamo monaci. Aspettate che incontriamo qualche malintenzionato, e ci troveremo davanti a un tribunale accusati di fornicazione; andate allora a raccontare di Buddha e di ricerca delle scritture! Se ci assolvessero dall'accusa di fornicazione, resterebbe quella di ratto: bastonate da lasciarvi mezzo morto, caro il mio maestro, e ritiro della licenza di monaco; Porcellino deportato e Sabbioso ai lavori forzati. E anch'io, che nel difendermi sarei certo più abile di voi, dubito che riuscirei a farmi assolvere."


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