Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Alla fine Tripitaka chiese al superiore: "Com'è la strada verso l'ovest? Abbiamo intenzione di ripartire domani all'alba."
     Il lama si gettò in ginocchio, mentre il reverendo si precipitava a rialzarlo: "La strada è piana e in buono stato. Ma c'è un grave problema di cui vi avrei parlato fin dal primo momento, se l'imbarazzo non me lo avesse impedito. Sarò felice di ospitare nella mia cella voi, che venite da tanto lontano a prezzo di molte fatiche. Ma le convenienze non permettono di ospitare la pusa: non so proprio dove metterla a dormire."
     "Spero non penserete che le nostre intenzioni siano meno che oneste. Ci siamo imbattuti nella ragazza mentre attraversavamo la Foresta degli Abeti Neri: era legata a un albero. Il mio umile discepolo Consapevole del Vuoto si rifiutava di slegarla, ma i precetti della bodhi mi hanno spinto a soccorrerla; e in seguito non potevo certo abbandonarla lungo il cammino. Qualunque sistemazione andrà bene per lei."

     "Se acconsentite, nella vostra grande generosità, potrei far collocare un pagliericcio nella sala del Re del Cielo, dietro il simulacro, e mandarla a dormire là."
     "Credo che andrà benissimo."
     I giovani lama accompagnarono la ragazza nel luogo destinato, e tutti si ritirarono per la notte. "Corichiamoci subito" diceva Tripitaka ai suoi; "la giornata è stata massacrante, e domani dovremo alzarci presto." Come al solito, i discepoli dormirono nella sua stessa camera, per proteggerlo.

     Nel cielo notturno troneggia la lepre di giada:
     Deserti son d'ogni passante i divini sentieri.


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