Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Discepolo, non fare il fanfarone. Io sto male davvero."
     Si fece avanti Porcellino: "Fratello, se ti dice che sta male, non star lì a discutere: sta male. Sistemiamo le cose prima che sia troppo tardi: vendiamo il cavallo e, con il ricavato, compriamo una bara per lui. Poi ci divideremo i bagagli e ce ne andremo ciascuno per la sua strada."
     "Ci mancavano le idee fisse di questa bestia! Non te ne intendi di queste cose: il nostro maestro fu il secondo discepolo del beato Buddha, sotto il nome di Cicala d'Oro; le prove che sta passando hanno semplicemente lo scopo di fargli espiare una mancanza di riguardo che commise allora."
     "Qualunque mancanza di riguardo abbia commessa, è stato immerso nel mare di guai della vita umana, senza parlare delle tremarelle che prova ogni volta che incontra un mostro o un diavolo. Non è sufficiente? Che bisogno c'è di tormentarlo anche con le malattie?"

     "Che cosa ne sappiamo? Pare che si fosse addormentato alla predica del Buddha; inoltre era caduto e aveva schiacciato un grano di riso con il piede sinistro. Magari la pena prevista in questo caso sono proprio tre giorni di malattia."
     "Tre giorni per un grano di riso!" gridò Porcellino terrorizzato. "E per i calderoni che ne mangio io, quanti secoli mi toccherà penare?"
     "Fratellino" rispose Scimmiotto, "le bestie come te, il Buddha non le vede nemmeno. Comunque ricordati:

     Cresce il riso nel campo
     Con il duro lavoro.
     Ogni chicco che hai
     Costa sudore e guai.

     "Vedrai che per il maestro questo sarà l'ultimo giorno di malattia. Domani sarà guarito."


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