Tripitaka chiese tremando: "Cara pusa, vi sono molto grato dell'avviso; posso chiedere se c'è qualche comoda deviazione, che permetta di stare alla larga da quella città?"
"Non ci sono deviazioni" sogghignò la vecchia, "né comode né scomode. Per andare a Ovest si deve passare di lì, se non si sa volare."
A Porcellino salivano i fumi di collera: "Certo che sappiamo volare, brutta vecchia del malanno!"
Scimmiotto, osservando la vecchia e il bambino con i suoi occhi di fuoco dalle pupille d'oro, si rese conto che in realtà non erano altri che Guanyin e il Ragazzo di buona fortuna. Si inginocchiò gridando: "Pusa, il vostro discepolo vi ha mancato di rispetto. Scusatelo di non avervi accolto come doveva." E subito Guanyin riprese il proprio aspetto e si alzò lentamente su nuvolette colorate.
Il reverendo restò tanto confuso che non sapeva cosa fare: finì per gettarsi bocconi per terra. Anche Porcellino e Sabbioso si inginocchiarono precipitosamente.
Le nuvolette volarono via verso i mari del sud, e Scimmiotto corse a sollevare il maestro: "Potete alzarvi, la pusa se n'è andata."
"Consapevole del Vuoto" lo rimproverò Tripitaka, "perché non me l'hai detto subito?"
"L'ho detto non appena l'ho riconosciuta" rispose ridendo Scimmiotto.
Porcellino chiese: "Ora che sappiamo di aver davanti questo sovrano sterminatore di monaci, come faremo a proseguire?"
"Non aver paura, bestione. Pensa quanti diavoli e mostri feroci abbiamo incontrato, quante tane di tigri e laghi di draghi! Eppure siamo qui tutti interi. Infine, questo sovrano non è che un uomo: che cosa ci potrà fare? Non dico che dobbiamo mancare di prudenza. Scende la sera: a quest'ora passerà gente che rientra in città. Se ci vedessero e diffondessero la notizia che ci sono bonzi in arrivo, le cose potrebbero mettersi male per noi. Sarà meglio che portiamo il maestro lontano dalla strada maestra; correremo meno rischi di incontri pericolosi."
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