"Giusto" ammise Scimmiotto; e batté il piede sul pavimento. La vedova risalì: "Che altro vi occorre? Sempre al vostro servizio, signor Scimmiotti."
"Dove possiamo metterci a dormire?"
"Questa non è forse una bella stanza? Non ci sono né mosche né zanzare. Se lasciate le finestre spalancate, con questo venticello del sud, dormirete saporitamente."
"Anzi, non chiuderemo occhio. Porcelli ha i reumatismi e non sopporta l'umidità; a Sabbiosi ritornerà il suo vecchio dolore alla spalla. Tang il vecchio riesce a dormire solo nel buio più nero, e del resto la luce disturba anche me. Non possiamo dormire qui."
La vecchia rispose: "Fatemi pensare", ritornò dabbasso e si appoggiò pensierosa alla cassa dei conti. La figlia, che girava per casa con un bimbo in collo, osservò: "Mamma, lo dice anche il proverbio: ti incagli nove giorni su un banco di sabbia, e poi navighi su nove banchi in un giorno solo. Ora ci sono pochi clienti perché è la stagione calda, ma d'autunno ne avremo tanti che non sapremo dove metterli. Perché hai quell'aria afflitta?"
"Mentre stavo per chiudere bottega mi sono capitati quattro mercanti di cavalli, che hanno ordinato il trattamento di prima classe. Speravo di guadagnar bene, ma al momento di mettersi a tavola hanno voluto solo cibo vegetariano."
"Tanto non ti scappano. Il vino e la carne glieli servirai domani, e i tuoi conti torneranno."
"Ma è gente malaticcia" rispose la vedova. "Hanno paura delle correnti d'aria, riescono a prender sonno solo nel buio perfetto. Dove glielo trovo il buio perfetto? Da noi è trasparente persino il tetto. Sarà meglio pregarli di cercarsi un altro albergo, a costo di rimetterci il prezzo del pasto che hanno consumato."
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