Quando alle prime luci le signore del palazzo si levarono dal letto e si posero davanti allo specchio per pettinarsi, si scoprirono con orrore teste lisce come palle da biliardo. Agli eunuchi, giovani e vecchi, era accaduta la stessa cosa. Le dame dovettero comunque disporsi in corteo, inghiottendo le lacrime, per andare a svegliare la coppia reale.
Quando si alzò dal letto la regina dei tre palazzi, le cose non le andarono meglio. Afferrò una lanterna e corse al giaciglio del drago: anche lì sembrava che dormisse un monaco. Le sfuggì uno strillo che fece svegliare il re; il quale spalancò tanto d'occhi a vedersi davanti quella testa pelata, e si levò a sedere chiedendo: "Santo cielo, mia cara, che cosa vi è successo?"
"E a voi, mio sovrano?"
Il re si tastò il capo e ci rimase di sale: "Accidenti, è vero! Che cosa hanno fatto alla nostra reale testa?"
Ed ecco giungere a frotte le concubine delle sei corti, le dame del palazzo, gli eunuchi grandi e piccoli. Tutti si inginocchiavano davanti a lui mostrando una distesa di teste pelate: "Signore e padrone, come vedete ci troviamo tutti trasformati in monaci."
Il re rifletté su quanto accadeva e finì per spuntargli una lacrima: "Magari è un castigo per l'uccisione di tutti quei bonzi." E fece conoscere la sua volontà: "Non dir motto a nessuno della perdita dei capelli, altrimenti i mandarini civili e militari potrebbero muovere critiche alla politica del governo. Recarsi tutti alla sala di udienza."
Ma i mandarini di ogni livello e residenza, dal primo dei ministeri all'ultimo degli yamen, avevano lo stesso problema. Quando si alzarono per recarsi a corte, all'udienza mattutina, scoprirono che durante la notte i loro capelli erano scomparsi. Fu un gran correre, commentare e redigere rapporti d'ufficio sugli avvenimenti. Non si sentiva parlare d'altro:
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