Ai tre schiocchi di frusta(69) si rivolgono al re,
E della tosatura si chiedono il perché.
Quanto al bottino conquistato dal comandante della guarnigione e al destino che aspettava i prigionieri della misteriosa e gigantesca cassa, se in fin dei conti non sapete che cosa ne fu, ascoltate il prossimo capitolo.
CAPITOLO 85
FIOR DI SUSINO, UN PETALO PER VOLTA
OVE LA SCIMMIA DELLO SPIRITO SI INGELOSISCE DI MADRE DEL LEGNO, E IL PRINCIPE DEI DIAVOLI TRAMA INGANNI PER INGOIARE MEDITAZIONE.
All'udienza del mattino, i mandarini civili e militari che si presentavano a rapporto si scusavano dell'imperdonabile licenza.
"Ci sembrate irreprensibili come sempre, cari ministri. In che cosa consisterebbe, la licenza di cui vi scusate?"
"Ah, signore e padrone! Non si sa come, durante la notte tutti quanti abbiamo perduto i nostri capelli."
I rapporti si ammucchiavano davanti al re, che si alzò dal giaciglio del drago e dichiarò: "Neppure noi comprendiamo che cosa sia accaduto, ma dobbiamo constatare che la cosa ha coinvolto tutti senza distinzione, dal più umile al più eminente."
"Non oseremo mai più prendercela con i bonzi!" esclamavano tutti con le lacrime agli occhi, compreso il re. Il quale risalì sul trono e ordinò: "Coloro che hanno istanze da presentare si facciano avanti; se non c'è nessuno, arrotoliamo le cortine e togliamo la seduta."
Dalle file dei militari uscì il comandante in capo della guarnigione, e da quelle dei civili il commissario del quartiere orientale. Si prosternarono davanti ai gradini di giada e riferirono: "Durante il servizio di pattuglia, effettuato in conformità dei vostri sacri ordini, abbiamo sequestrato una cassa e un cavallo bianco. Vi preghiamo di decretare quale uso deve esserne fatto; le nostre umili persone non hanno osato disporne."
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