Ripresero il cammino in questa gioiosa disposizione di spirito, finché giunsero in vista di un'alta montagna. Il reverendo tirò le redini: "Discepoli, ecco un'altra montagna: com'è dirupata! Stiamo attenti!"
"State tranquillo" disse ridendo Scimmiotto. "Andrà tutto bene."
"Non dirlo! La vetta è minacciosa, e nonostante la distanza si vedono i vapori nocivi e le nebbie minacciose che ne emanano. Sono pieno di brividi e paralizzato dall'angoscia."
"Non avrete per caso dimenticato il sutra del Cuore del maestro di meditazione del Nido dei Corvi?"
"Lo ricordo benissimo."
"Allora avrete dimenticato i versi dell'inno."
"Quale inno?"
"Monte degli Avvoltoi non cercarlo lontano,
Perché il Buddha sereno risiede nel tuo cuore.
Ciascuno può trovare dentro di sé lo stupa
Dove può coltivare la vera perfezione."
"Lo conosco benissimo. Quei versi significano che il senso delle scritture, con le loro migliaia di sutra, non è altro che coltivare il cuore e lo spirito."
"Si capisce. Lo spirito nettato da ogni turbamento risplende nel vuoto, il cuore conserva la purezza delle cose. Ma una piccola negligenza può richiedere mille anni per rimediarla. Bastano volontà e sincerità senza macchia, perché il Monastero del Colpo di Tuono sia davanti ai nostri occhi. Se restate in preda alla paura, ai turbamenti e ai disagi del pensiero, non siete sulla Grande Via e il Monastero del Colpo di Tuono non fa per voi. Scacciate i dubbi e seguitemi."
Ascoltando Scimmiotto, il reverendo si sentiva lo spirito riconfortato e rasserenato.
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