Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 1581
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     "Non spingete!" gridava Porcellino. "Accontenterò tutti: accetterò l'invito di ciascuno di voi."
     "Quale invito, bonzo?"
     "L'invito a pranzo. Ho saputo che preparavate cibo per i monaci, e sono venuto a farmene offrire."
     "Hai capito male: noi non serviamo pranzi ai monaci, semmai ce li serviamo a pranzo. È vero che, da bravi immortali di montagna che hanno conseguito il Tao, vogliamo soltanto gente pia: ma la vogliamo per cucinarla al vapore. Se pensavi di essere tu a mangiare, hai sbagliato strada."
     Porcellino si spaventò e pensò ogni male di Scimmiotto: "Quel vigliacco equipuzio mi ha raccontato che i paesani offrivano riso ai monaci: questi sono mostri, altro che paesani!"
     Tirato da tutte le parti il bestione si spazientì, riprese la propria forma e brandì il rastrello, mettendo in fuga i suoi aggressori.

     "Disgrazia, grande re!" corsero ad annunciare.
     "Che disgrazia?" chiese l'orco.
     "È arrivato un bonzo di bell'aspetto, che prometteva di diventare un buono stufato. Ma è capace di trasformarsi."
     "Come si è trasformato?"
     "Non sembra nemmeno un uomo: ha un grugno da porcello, orecchie larghe e certe setole rade sul collo. Ci ha pestati ben bene con un rastrello. Ci ha tanto spaventato, che siamo corsi a informarvi."
     "Non abbiate paura; vengo a vedere."
     L'orco venne avanti roteando un gran pestello di ferro, e trovò che la bruttezza di Porcellino era davvero straordinaria:

     Il lungo grugno sembra un martello,
     E son quei denti candidi chiodi.
     Gli occhi rotondi lanciano lampi,
     Le lunghe orecchie muovono l'aria


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]