Come ventagli. Sembran le setole
Punte di freccia. Pelle rugosa,
Arida e spessa, di color scuro.
Quella che impugna è un'arma insolita:
Sembra un rastrello da giardiniere.
Mentre lo guardi, non sai se in veglia
Oppur nel sonno ti appare l'incubo.
L'orco dovette farsi coraggio per chiedere: "Da dove vieni? Come ti chiami? Parla, se tieni alla vita."
"Mio caro" sogghignò Porcellino, "sembra che tu non sappia più riconoscere il tuo antenato. Ti racconterò tutto:
Nominato Ammiraglio dei Canneti
Celesti dal supremo imperatore,
Comandai ottantamila marinai
E vivevo felice in un palazzo
Di cristallo. Ma un giorno, con la testa
Che dei fumi dell'alcol era piena,
Mi lasciai andare a una dichiarazione
D'amore assai focosa a una gran dama,
E le misi la casa sottosopra.
Fui scudisciato come si conviene
Ed esiliato in questo basso mondo
Per fare penitenza; ma di fatto
Divenni mostro e mi trovai una moglie.
Mi capitò un incontro disgraziato
Con Scimmiotto, e fui vinto dalla sbarra
Cerchiata d'oro. Con gran sacrificio
Dovetti farmi monaco. I miei compiti
Sono di cavallante e di facchino.
Prima ammiraglio dal piede di ferro,
Divenni Porcellino, ed il mio nome
Assunto in religione è Otto Divieti.
"Mi stai dicendo che sei un discepolo del monaco cinese" esclamò l'orco. "Quel monaco di cui sento lodare da tanto tempo la squisitezza della carne. Avevo giusto in mente di catturarlo. Ora che ti sei gettato da solo nella bocca del lupo, non ne uscirai. In guardia!"
"Bestiaccia che sei! Vedo che in vita tua hai fatto il tintore."
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