"Perché il tintore?"
"Altrimenti dove ti saresti procurato quel pestello per battere i panni?"
La creatura non era d'umore conversevole, e rispose con una pioggia di colpi. Sulla montagna s'ingaggiò un bel duello:
Pestello di ferro contro rastrello a nove denti. I colpi dell'uno sembrano trombe d'aria, l'altro ricorda l'acquazzone torrenziale. Un terribile orco senza nome sbarra la via fra le montagne; l'Ammiraglio dei Canneti Celesti, vecchio peccatore, sostiene oggi la natura in sé. Quando la natura è sulla giusta via, non teme i diavoli. Per alta che sia la montagna, il metallo non sa generare terra. Sembra quel pestello un pitone che si rizza dalle acque del lago; e il rastrello è come un drago in agguato nel giuncheto. Urla e tuoni da far tremare il monte, grida e ruggiti da commuovere le viscere della terra.
I due eroi impegnano ogni loro talento e giocano il tutto per tutto.
Lasciamo Porcellino al suo scontro con l'orco, che gridava ai suoi mostriciattoli di accerchiare il nemico. Intanto a Scimmiotto, che si era seduto a qualche distanza dal maestro, sfuggì una risatina sarcastica. "Di che ridi?" chiese Sabbioso.
"Rido di quello scemo di Porcellino, che è partito di corsa in cerca del ristorante per monaci. Se ritorna perché è riuscito a sconfiggere l'orco che tende agguati lungo la strada, vedrai quanto si vanterà. Se invece lo acchiappano, guai a me! Mi chiedo quanti 'sporco equipuzio!' mi toccheranno. Non dir niente, Consapevole della Purezza; resta qui mentre verifico come vanno le cose."
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