L'orco, ritornato sconfitto al suo rifugio, si era seduto su una roccia e rimuginava in silenzio. Alcuni mostriciattoli si avvicinarono rispettosamente e gli chiesero: "Di solito vostra maestā č allegro; perché oggi invece č tanto pensieroso?"
"Ragazzi, ogni volta che vado a caccia vi porto qualche preda. Ma oggi č un giorno sfortunato: sono andato in bianco."
"Chi era il vostro avversario?"
"Un bonzo che si chiama Porcellino Otto Divieti, discepolo del monaco cinese che va in cerca delle scritture. Il suo terribile rastrello mi ha messo in rotta. Č una bella seccatura. Ho sentito molto parlare di questo monaco cinese, un arhat che si č coltivato attraverso dieci successive incarnazioni: si dice che mangiare un boccone delle sue carni prolunghi indefinitamente la vita. Ora che si trova a passare per le nostre montagne, č l'occasione buona per catturarlo e farne uno stufato. Ma non sapevo che fosse accompagnato da discepoli di quella levatura."
Dalla fila dei suoi si fece avanti un mostriciattolo che fece tre singhiozzi e tre risate.
"Spiegami che cosa vuoi dire."
Il mostro, inginocchiato, rispose: "Maestā, la carne di quel monaco cinese dev'essere proprio incommestibile."
"Se tutti dicono che mangiarlo procura l'eterna giovinezza, come puoi fare un'affermazione simile?"
"Credete che, se lo si potesse mangiare, sarebbe arrivato fin qui? Chissā quante creature malefiche lo avrebbero mangiato prima. Il fatto č che lo accompagnano tre discepoli."
"Tu li conosci?"
"Fra loro Porcellino Otto Divieti č il secondo. Il primo č Scimmiotto il Novizio, e il terzo Sabbioso il Bonzo."
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