"Com'è questo Sabbioso?"
"Più o meno, vale quanto Porcellino."
"E Scimmiotto?"
"Su di lui ci sarebbe tanto da raccontare, che non oso" esclamò il mostriciattolo sporgendo la lingua. "Ha immensi poteri ed è capace di molte trasformazioni. Cinquecento anni fa, quando provocò disordini nel palazzo del Cielo, non riuscirono ad arrestarlo, tutti insieme, le ventotto costellazioni, i nove luminari, i dodici fusi orari, i cinque dignitari e quattro ministri, le stelle dell'Est e dell'Ovest, gli dèi del Nord e del Sud, i cinque picchi e i quattro fiumi: in una parola, tutti i guerrieri del Cielo. Non mi pare che la carne di questo monaco cinese sia a portata di mano."
"Come sai tutte queste cose?"
"Vedete: una volta abitavo sul Monte del Cammello Leone e servivo i grandi re del posto. Anche loro volevano mangiare il monaco cinese, senza sapere a che cosa andavano incontro. Si trovarono addosso Scimmiotto, con la sua sbarra cerchiata d'oro: che disastro! Ci fece tutti a pezzi: come al gioco del domino, uno tagliato, sei contrato. Io, per fortuna, un po' più furbo degli altri, riuscii a scappare in tempo dalla porta di servizio e arrivai qui, dove mi concedeste il favore di assumermi al vostro servizio. Ecco perché so di che cosa sono capaci."
L'orco era livido dallo spavento. È il caso di dirlo: il generale teme parola d'indovino. Come non spaventarsi davanti al racconto di un testimone oculare? I mostriciattoli intorno tremavano come foglie.
Ma uno si fece avanti per dichiarare: "Grande re, non vi affliggete. Dice il proverbio: la pazienza viene a capo d'ogni cosa. Se proprio tenete a mangiare il monaco cinese, ho un piano da proporvi."
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