"Va male!" esclamò Scimmiotto. "Quell'orbo di Porcellino si è lasciato scappare l'orco. Ci penso io."
Tirò fuori il randello e gli corse addosso gridando: "Dove credi andare? In guardia!"
Mentre si scambiavano colpi furiosi sul prato, mugghiò il vento e davanti a Tripitaka, che avanzava con Sabbioso, comparve il terzo mostro. Sabbioso gridò: "Maestro, fratello e fratellino brancolano proprio nel buio. L'orco gli è sfuggito. Voi restate a cavallo mentre io lo catturo." Brandì il suo bastone e si scagliò sul nemico.
Il vero orco, per aria, vide il monaco cinese rimasto tutto solo; estrasse gli artigli, piombò dal cielo su di lui, lo strappò dall'arcione e se lo portò via come un passerotto. Che disastro! È il caso di dirlo:
Se la meditazione incontra il diavolo,
Perde di colpo ogni suo beneficio.
Salvato dalle Acque è ricaduto
Nella disgrazia nera che lo insegue.
L'orco portò Tripitaka all'ingresso della sua grotta e gridò: "Ufficiale d'avanguardia!"
Lo stratega mostriciattolo si inginocchiò protestando: "Non oso accettare."
"Zitto. La parola del capo in guerra rende nero ciò che è bianco. Avevo detto: niente, in caso di insuccesso; e se riusciva, ufficiale d'avanguardia. Il tuo bellissimo piano è riuscito in pieno. Ora porterai dentro il monaco cinese, farai attingere l'acqua e raschiare la pentola, portar legna e accendere il fuoco. Procediamo a cucinare il nostro stufato. Poi ciascuno avrà il suo bocconcino, e le nostre vite dureranno all'infinito."
"Sarà prudente procedere, maestà?"
"Perché ne dubiti? Ormai è nelle nostre mani."
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