"Come facciamo per la testa mozza?"
"La fabbrico io: state a vedere."
Prese un ceppo di salice, gli diede forma di testa umana e lo inzuppò di sangue per renderlo irriconoscibile. L'oggetto fu posto in una scatola laccata e fu recato alla porta: "Vostra signoria grande santo, vi supplichiamo di deporre l'ira e di concederci l'opportunità di rispondere."
Che il Novizio fosse scimmia non è una novità: era molto curioso e vanitoso. Trattenne Porcellino e disse: "Aspetta. Sentiamo che cosa hanno da dire."
"Quando il vostro maestro è stato portato nella nostra grotta, i mostriciattoli di qui, gente rozza e maleducata, si sono gettati su di lui e l'hanno fatto a pezzi. Se lo sono mangiato tutto, salvo la testa: questo è quanto siamo in grado di restituirvi."
"Se è come dici, non parliamone più. Ma fammela vedere, la testa."
Il mostriciattolo gettò l'oggetto attraverso il foro aperto da Porcellino, che alla vista di tutto quel sangue si diede a singhiozzare: "Povero infelice, che sfortuna! Quando penso com'era e cos'è diventato!"
"Dài, bestione, porta qui quella cosa. Aspetta a piangere di sapere che cos'è."
"Non ti fidi? Non penserai che la gente scherzi sulle teste dei morti."
"Quella non è una testa di morto."
"Come lo sai?"
"Una testa che cade fa un tonfo sordo; questa risuona come un pezzo di legno. Se non mi credi, ti faccio sentire." Raccolse la testa e la lanciò contro la roccia, dove diede un gran botto.
"Fratello, sembra un tamburo" commentò Sabbioso.
"Già, non è una testa. Adesso vediamo di che cosa si tratta."
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