E assestò un colpetto con la sua sbarra, spaccando in due il ceppo di salice.
Porcellino lanciò un rosario di invettive: "Banda di schifosi! Tenete nascosto il maestro nel vostro antro e raccontate balle. Credevate di imbrogliare il vostro avo Porcellino? Pretendete che il nostro maestro sia diventato un salice fantasma?"
Il mostriciattolo stratega corse via in preda al panico e si presentò al padrone tremando come una foglia: "E' proprio un bel pasticcio."
"Quale pasticcio?"
"Porcellino e Sabbioso c'erano cascati, ma Scimmiotto è un vero esperto di antiquariato, un conoscitore. Ha subito annusato il falso. Magari si potrebbe convincere anche lui, ma ci vorrebbe una vera testa umana."
"Vediamo. Ce ne dovrebbero essere nel Padiglione degli Scorticati, fra gli avanzi della dispensa."
I mostri trovarono una testa fresca, ne rosicchiarono i lineamenti fino a renderla irriconoscibile e ci riprovarono.
"Vostra signoria grande santo, avete ragione, l'altra testa era proprio falsa. Ma questa è quella vera. Il nostro re avrebbe preferito tenersela come portafortuna, ma ora mi manda a consegnarvela."
La testa fu lanciata come prima attraverso la porta, e questa volta fece un tonfo sordo. Scimmiotto constatò che era una testa umana, e non gli rimase che mettersi a piangere.
"Fratelli, aspettate" disse Porcellino. "Questa roba è in cattivo stato, da un momento all'altro incomincerà a puzzare. Sarà meglio che prima la sotterriamo; la piangeremo dopo."
"Hai ragione" approvò Scimmiotto.
Porcellino raccolse dunque il capo sanguinante e trovò un angolo esposto al sole e protetto dal vento, dove scavò la fossa con il suo rastrello e vi depose il misero resto. Poi vi ammucchiò un tumulo e disse ai condiscepoli: "Voi restate a piangere, mentre io cerco qualcosa che possa servire da offerta."
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