L'orco si fece avanti con il suo gran pestello di ferro, fra i mostri che sventolavano le bandiere di broccato, e rispose: "Non mi riconoscete, bonzi maledetti? Sono il grande re dei Monti del Sud, dove infurio da molti secoli. L'ho mangiato io, il vostro monaco cinese. E voi che cosa credete di fare?"
"Impudente mucchio di peli sporchi! Senti quante arie si dà. Al signore Laozi, che ha assistito alla separazione del Cielo dalla Terra, basta sedersi alla destra dell'Imperatore di Giada. Il beato Buddha, che governa il mondo, si accontenta di stare sotto le ali del Grande Roc. Il santo Confucio, che onora la dottrina dei letterati, trova sufficiente il titolo di 'maestro'. Ma tu, bestiaccia, vuoi qualcosa di meglio. Quali furie ti sono venute sui Monti del Sud? La mia sbarra te le farà passare."
L'orco schivò il colpo e urlò, con gli occhi fuori dalla testa: "Come ti permetti di trattarmi in questo modo a casa mia? Credi di farmi paura con le tue ciarle da scimmia? Chi credi di essere?"
"Te lo dico io, chi sono, bestia immonda.Tu non conosci ancora il vecchio Scimmiotto! Sta lì, reggiti la milza per farti coraggio, e ascolta:
Cielo e terra mi fecero dentro un uovo di pietra
Nel paese dell'Est, sul Monte Fiori e Frutti.
Non son tipo comune: il mio corpo è formato
Dal sole e dalla luna. Ebbi l'intelligenza
In dono e coltivai la mia propria natura.
Nei palazzi di nuvole vissi per qualche tempo;
Di gran santo ebbi il titolo. Abusai della forza,
Spinto da insofferenza per ogni seccatore.
Centomila soldati e le case celesti
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