"Fratello boscaiolo" disse Porcellino, "siete povera gente; non datevi pena, a noi bastano cibi semplici."
"È vero, su queste montagne manchiamo di molte cose. Non si trovano funghi, né pepe, né anice. Per dimostrarvi la nostra affezione, possiamo servirvi soltanto verdura selvatica."
"Lascia stare le chiacchiere, e pensa a sbrigarti. Il fatto è che sono proprio affamato."
"Farò presto, vedrete" rispose il boscaiolo.
Infatti la tavola fu subito preparata e furono servite verdure raccolte nei prati.
Dopo pranzo i viaggiatori si disposero a partire. Il boscaiolo non osava insistere perché rimanessero, ed esortò la madre a uscire per congedarli con nuovi ringraziamenti. Lui continuava a prosternarsi. Lei si aggiustò gli abiti, si munì di un bastone di giuggiolo e uscì ad accompagnarli. Il reverendo giunse le mani e disse: "Fratello boscaiolo, scusate se vi diamo ancora disturbo, ma vi pregherei di farci da guida. Ci congederemo sulla strada maestra."
Discesero lungo il corso del torrente alla ricerca della strada. Il reverendo si sentì preso dalla malinconia, e disse: "O discepoli!
Da quando ho abbandonato il mio signore
Ho viaggiato per l'Ovest senza fine.
Nessun guaio mi è stato risparmiato,
A stento son fuggito dagli artigli
Di mostri e streghe. Il mio cuore è votato
Ai tre panieri, tutti i miei pensieri
Sono rivolti all'altro mondo. Quando
Finiranno le prove che sopporto?
Quando ritornerò dalla mia meta?"
Disse il boscaiolo: "Reverendo, non siate in pena. La strada maestra, che ora potete vedere, in meno di mille li vi porterà in India, il paese della gioia assoluta."
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