Tripitaka smontò da cavallo: "Vi ringrazio di averci accompagnato tanto lontano. Ritornate a casa, fratello boscaiolo, e presentate a vostra madre i miei rispetti. Le siamo molto grati del sontuoso pranzo che ci ha offerto; reciteremo mattina e sera i sutra per assicurare a madre e figlio un secolo di vita piacevole."
Il boscaiolo si congedò e ritornò a casa. Maestro e discepoli proseguirono il loro viaggio. È il caso di dirlo:
Sconfitto l'orco e vinto il suo terrore
Se ne può ripartir senza rancore.
Se poi non sapete quanti giorni ancora fossero necessari per raggiungere il Paradiso dell'Ovest, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 87
IL GOVERNATORE CHE AVEVA LITIGATO CON LA MOGLIE
NEL GOVERNATORATO DI FENGXIAN, DOVE IL CIELO OFFESO NEGA LA PIOGGIA, SCIMMIOTTO INCITA AL BENE ED OTTIENE IL DONO DI ACQUAZZONI BENEDETTI.
I quattro pellegrini, congedatisi dal boscaiolo, affrettarono il passo sulla strada maestra, allontanandosi dalle pendici dei Monti Spandinebbia. Dopo vari giorni di viaggio videro una città.
"Consapevole del Vuoto" gridò Tripitaka "vedi le mura e i fossati? Non saremo per caso arrivati?"
"No di certo!" esclamò Scimmiotto. "Il luogo in cui risiede il Buddha, detto anche Gioia Assoluta, non è una città. Dovete pensare piuttosto a un'area montuosa in cui gli edifici, le torri e le terrazze sono sparsi e non formano un agglomerato: così è fatto il Monastero del Colpo di Tuono sul Monte degli Avvoltoi. Per raggiungerlo bisogna arrivare in India; e non so dire a quale distanza si trovi dal confine. Questo che vediamo ha l'aria di essere il capoluogo di un governatorato; lo sapremo quando arriveremo."
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