Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Giunti alle mura, Tripitaka smontò da cavallo per superare la tripla serie di porte. Si resero conto che in città mancava ogni animazione: le strade erano deserte. All'ingresso del mercato incontrarono parecchie persone con l'abito blu dei servitori; alcuni di loro, con cappello e cintura, si tenevano sotto i portici ed erano evidentemente guardie della città. Poiché la gente ingombrava il passaggio e non dava segno di farsi da parte, il rude Porcellino gridò: "Fate passare!"
     Gli uomini li guardarono e furono presi dalla paura: "Un mostro, guardate!" Qualcuno si sentì male. Le guardie si fecero avanti (ma tremavano anche loro) e chiesero da dove venissero.
     Tripitaka prese energicamente il controllo della situazione, perché temeva che i discepoli provocassero guai con i loro modi. "L'umile monaco che sono è inviato da sua maestà dei grandi Tang dell'Est al Monastero del Colpo di Tuono, in India, per rendere omaggio al Buddha e sollecitare le scritture. La strada che seguiamo passa dalla vostra nobile contrada, di cui ignoriamo il nome. Ci siamo permessi di entrare in città a cercare un alloggio per la notte: vogliate scusarci se siamo invadenti."

     "Il luogo dove vi trovate è un governatorato esterno dell'India" rispose una delle guardie, "e si chiama Fengxian, che significa 'Immortale delle Fenici'. Il paese è afflitto da una siccità che dura da molti anni. Noi abbiamo appunto l'incarico di affiggere un appello del governatore ai maestri della legge, perché invochino la pioggia e salvino la popolazione."


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