Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Non dimenticate, grande santo, che il mio potere di provocare la pioggia è al servizio del cielo di Sopra. Come potrei avere la temerità di procedere senza le prescritte autorizzazioni?"
     "Passando di qua abbiamo constatato che la popolazione soffre molto; perciò ti ho chiamato per chiederti aiuto. Adesso non cercare scappatoie."
     "Non oserei mai. Del resto vedete che sono venuto subito, non appena mi avete convocato. Ma il dipartimento della pioggia non può muoversi senza ordini superiori; e come sapete, occorre l'intervento di diversi uffici e operatori. Visto che siete tanto incline alle opere buone, si potrebbe fare così: io torno a casa a predisporre i miei collaboratori e voi vi prendete la pena di presentarvi a rapporto lassù, per sollecitare l'autorizzazione a far piovere. Allora i funzionari daranno via libera ai draghi, e io farò cadere la quantità di pioggia decretata."

     Scimmiotto, che non aveva scelta, si arrese e lasciò ripartire il drago; da parte sua uscì dal diagramma dell'Orsa Maggiore per andare a informare Tripitaka.
     "Fai quello che occorre" gli disse il monaco cinese. "Ma guardati dal mentire."
     "Badate voi al maestro" raccomandò Scimmiotto a Porcellino e Sabbioso. "Io salgo un momento in Cielo e torno subito." Ciò detto scomparve. Il governatore restò di sale: "Dov'è andato a finire il reverendo?"
     "Ha fatto un salto in Cielo" lo informò Porcellino ridendo.
     Il governatore fu invaso da sconfinato rispetto. Per conto suo fece diffondere l'ordine urgente di esporre in ogni casa le tavolette del re drago, di collocare davanti a ogni porta una giara d'acqua pura con rami di salice e d'onorare il Cielo bruciando incenso; ciò in tutta la città, nei viali e nei vicoli, nelle case dei grandi dignitari e in quelle del popolo minuto.


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