Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto ci rimase male, e uscì vergognoso e scoraggiato. I precettori risero e gli dissero: "Grande santo, non perdete l'ottimismo. Per risolvere le difficoltà basterebbe commuovere il Cielo con una buona azione, un pensiero di bontà e di compassione. Allora le montagne si dissolverebbero e il catenaccio si spezzerebbe. Provate a ricondurre quell'uomo al bene: se ci riuscite, la fortuna ritornerà spontaneamente."
     Scimmiotto se lo tenne per detto e ripartì senza nemmeno congedarsi dall'imperatore. Alla porta, il re Difesa del Regno gli chiese come era andata. "Tutto come dicevi tu; l'imperatore non vuole promulgare il decreto. Ma i precettori mi hanno suggerito di provare a riportare al bene il governatore."
     Ritornato nel mondo di Sotto e nello yamen, Scimmiotto si trovò circondato dalla folla dei funzionari che chiedevano notizie. Prese da parte il governatore e gli disse: "È tutta colpa vostra: tre anni fa, il 25 del dodicesimo mese, avete offeso il cielo e la terra."

     Il colpevole si prosternò: "Come sapete ciò che è accaduto tre anni fa?"
     "Rispondete a me: è vero che gettaste ai cani le offerte dedicate al Cielo? Vuotate il sacco."
     "Durante il rito mi accapigliai con mia moglie, che non è una donna saggia. Mi arrabbiai tanto che rovesciai il tavolo delle offerte e urlai quello che mi veniva in mente. Il cibo si sparse per terra, e io chiamai i cani perché facessero piazza pulita. In seguito mi dispiacque molto di avere perduto le staffe in quel modo, e non so spiegarmi come sia potuto accadere. Ma non avevo idea che il Cielo si fosse offeso al punto da infierire su tutto il paese. Poiché mi onorate del vostro aiuto, spero che mi farete sapere di più sulle misure prese lassù nei miei confronti."


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