Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Le divinità promisero e se ne tornarono ai rispettivi dipartimenti.
     Ritornato da Tripitaka, il grande santo propose: "Ora che il caso è risolto e il popolo in pace, possiamo chiudere le valigie e ripartire."
     Ma si fece avanti il governatore: "Che cosa dite mai, vostra signoria!" gridò inchinandosi. "Voi avete compiuto un atto d'incommensurabile bontà. Mi sono permesso di farvi preparare un modesto banchetto per testimoniare la nostra gratitudine. Acquisteremo un terreno perché le vostre signorie ci fondino un monastero; costruiremo un santuario per rendervi fin da vivi il culto delle quattro stagioni, davanti alla tavoletta su cui incideremo i vostri nomi. Anche se me li incidessi nel cuore, non soddisferei la decimillesima parte del debito che abbiamo tutti verso di voi. Come potete parlare di ripartire?"

     "Non voglio certo contestare il fondamento delle parole di vostra grandezza" rispose Tripitaka. "Ma devo ricordarle che siamo in viaggio per l'Ovest. Non possiamo ritardare troppo il nostro cammino; al massimo un paio di giorni."
     Il governatore non voleva saperne. La sera stessa mise all'opera molte persone per preparare il banchetto e per edificare il santuario.
     L'indomani fu dedicato a un sontuoso festino, che il monaco cinese fu invitato a presiedere, con Scimmiotto, Porcellino e Sabbioso accanto a sé. Nel corso dell'intera giornata, il governatore e i suoi ufficiali li servirono a suon di musica. Fu una bella festa; lo dicono anche i versi:

     Dolce la pioggia dopo lungo tempo
     Di siccità! Tornano ad animarsi


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