Porcellino, irritato, finì per alzare il grugno e dire: "Quando mai un bonzo riuscirebbe a sottomettere il re dei maiali?"
La gente si sbandò dallo spavento; cercavano rifugio nelle porte, qualcuno scivolava e cadeva.
"Bestia!" gridò Scimmiotto. "Nascondi la tua brutta faccia e non dire malignità. Bada a dove metti i piedi, che attraversiamo un ponte."
Il bestione abbassò il grugno, ma continuò a ridacchiare fra sé. Dopo il ponte sospeso, superarono la porta della città e si inoltrarono per i larghi viali affollati, fiancheggiati da taverne e da case di piacere. Era la grande capitale di una regione importante, come dicono i versi:
Dietro mura di ferro la città sta sicura:
Fra l'acque e la montagna, ignora la paura.
Navigando sul lago i mercanti le recano
Ogni specie di merce. Le taverne si sprecano:
Gran tavole imbandite, e musiche, e follie.
Fuman mille comignoli nelle sue lunghe vie.
Ti sembra di abitare a Chang'an la divina:
Persino cani e gatti litigan come in Cina.
Tripitaka pensava: "Ho tanto sentito parlare di questi paesi barbari dell'Ovest: tutto sommato sono uguali alla Cina. Ecco perché questo è detto il paese della gioia assoluta."
Sentì che un moggio di riso costava quattro decimi di oncia d'argento, e l'olio di sesamo otto millesimi la libbra; questo lo convinse di essere giunto nel paese di Bengodi.
La città era grande e bisognò camminare a lungo per giungere alla residenza del principe. Intorno alla piazza c'erano anche gli uffici amministrativi, la corte di giustizia, il servizio delle cucine e l'albergo per i visitatori.
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