"Non me ne parlate. Diavoli e mostri a migliaia. Non sono riuscito a tenere il conto di tutte le prove che ho dovuto superare prima di giungere nel vostro bel paese."
Il principe prese in simpatia il visitatore e lo invitò a pranzo.
"Fuori mi aspettano tre giovani discepoli. Non oso accettare, perché temo che siamo in ritardo sulla tabella di marcia" obiettò Tripitaka.
"Ciambellano, esci a cercare i discepoli del reverendo e invita a pranzo anche loro."
L'ufficiale non trovò nella strada nessun eminente discepolo, ma uno dei suoi suggerì: "Pare che ci siano in albergo tre bonzi mostruosi; forse saranno loro." L'ufficiale entrò a interpellare l'albergatore: "Dove sono i discepoli del monaco dei grandi Tang? Siamo incaricati di invitarli a pranzo."
Porcellino, che sbadigliava seduto su una seggiola, come udì la parola 'pranzo' balzò in piedi: "Eccoci qua!"
L'apparizione provocò un accidente al povero ciambellano; fu preso dal panico e strillò: "Che orrore! Un diavolo porcello!"
Scimmiotto intervenne per rimettere ordine: "Via, fratellino, un po' di civiltà! Non spaventare la gente con le tue cattive maniere."
Le guardie si misero a strillare: "Un altro fantasma! È uno spirito scimmia!"
Sabbioso giunse cerimoniosamente le mani e fece notare: "Non è il caso di spaventarsi, signori; siamo appunto i monaci che cercate."
"Questo è il dio del camino! Il protettore della fuliggine!"
Gli ordini sono ordini. Le guardie tremanti dovettero guidare i tre alla residenza e li introdussero nella sala di udienza. Ma anche il principe trasalì, quando alzò gli occhi su di loro. Tripitaka se ne accorse e giunse le mani: "Altezza, rassicuratevi. I miei rozzi discepoli sono brutti, ma hanno buon cuore."
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