Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Porcellino tirò giù una riverenza e berciò: "L'umile monaco che vedete vi saluta!", con l'effetto di spaventarlo del tutto.
     "Come potete immaginare, ho dovuto reclutare i miei discepoli sui monti selvaggi; perciò sono tanto goffi e non conoscono le buone maniere. Spero ardentemente che vorrete perdonarli."
     Il principe dominò la paura e si affrettò a spedire i pellegrini a pranzare nel Padiglione dell'Essiccatoio della Garza.
     Mentre si recavano al padiglione, Tripitaka se la prese con Porcellino: "Somaro maleducato! Potevi almeno star zitto. Come apri la bocca, rovesci le montagne."
     Scimmiotto si mise a ridere: "Dovevi fare come me. Ho fatto riverenze, io? Tutta energia risparmiata."
     "Magari ci potevamo inchinare tutti insieme. Ma lui spinge sempre avanti il suo grugno e grufola dappertutto" aggiunse Sabbioso.

     "Mi prendete sempre in giro" si lagnò Porcellino. "L'altro giorno il maestro diceva che per essere educato devo salutare. Adesso, che non devo. Insomma, che cosa devo fare?"
     "Ti ho detto di salutare la gente quando la incontri" precisò Tripitaka, "e non di metterci in ridicolo davanti a un principe. Non conosci il detto: ci sono persone di qualità, come merci di qualità? Come puoi ignorare la differenza fra un nobile e un tizio qualsiasi?"
     Durante il battibecco erano giunti nel luogo destinato, dove l'ufficiale di mensa li fece accomodare e ordinò di servire il pasto. Maestro e discepoli tacquero e mangiarono.
     Intanto il principe, lasciata la sala d'udienza, si ritirò negli appartamenti privati. I suoi tre giovani figli lo videro comparire con il volto turbato e chiesero: "Che cosa vi è accaduto?"


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