"Ho ricevuto un bonzo delle terre dell'Est in cerca di scritture, che è venuto a far vistare il passaporto. È un uomo straordinario, e l'ho invitato a pranzo; quando mi ha detto di avere tre discepoli, ho invitato anche loro. I tre sono entrati senza rispettare il rituale dei saluti, e già questo non mi è piaciuto. Quando poi li ho guardati in faccia, ho visto tali orribili diavoli, che non dovete stupirvi se sono ancora pallido."
I tre principini erano appassionati cultori di arti marziali. Subito arrotolarono le maniche e strinsero i pugni: "Non saranno creature malefiche delle montagne camuffate in forma umana? Aspettate che ci armiamo e andiamo a vedere di che si tratta."
Il maggiore impugnò una sbarra, il secondo un rastrello a nove denti e il terzo una canna laccata di nero. Uscirono quindi di casa con aria fiera e minacciosa, gridando: "Dove sono questi bonzi in cerca di scritture?"
"Principini" risposero inginocchiandosi gli ufficiali di mensa, "sono seduti a tavola nel Padiglione dell'Essiccatoio della Garza."
I giovani vi fecero irruzione e gridarono: "Siete uomini o diavoli? Rispondete, se tenete alla vita."
Tripitaka, pallido di spavento, lasciò cadere la ciotola e si inchinò: "L'umile monaco che sono è un inviato della corte dei Tang. Sono un uomo, non una creatura malefica."
"Tu l'aspetto d'uomo ce l'hai; ma gli altri tre sono proprio diavoli!"
Porcellino continuava a mangiare come se niente fosse. Sabbioso e Scimmiotto risposero: "Siamo esseri umani anche noi. La bruttezza del volto non esclude la bontà del cuore, né il corpo grossolano la bellezza dell'anima. E voi tre chi siete, per entrare qui a dir sciocchezze?"
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