Scimmiotto riprese la sua sbarra e rispose: "Volentieri. Ma qui non abbiamo spazio sufficiente. Permettete che salga al piano di sopra e vi procuri un piccolo divertimento."
Sacripante di un grande santo! Fece una capriola e balzò in aria con un sibilo acuto. A trecento piedi da terra si arrestò, fece scaturire sotto i suoi piedi una nuvola multicolore ed eseguì molte figure con la sua sbarra, come la 'fontana di fiori sopra il baldacchino' o il 'drago giallo che avvolge le spire', ora girando in senso orario, ora turbinando in senso antiorario. Uomo e sbarra formavano figure di ricamo su broccato. A un certo punto l'uomo scomparve e si vide solo la sbarra, che roteava vorticosamente incendiando di colori tutto il cielo. Porcellino applaudiva; infine non poté resistere e urlò a gola spiegata: "Aspetta che vengo a divertirmi anch'io!"
Bravo bestione! Salì sulle ali del vento e inventò una danza maneggiando il suo rastrello: tre colpi in alto, quattro in basso, cinque a sinistra, sei a destra, sette in avanti, otto indietro. Quell'arma scatenata produceva il rumore di un temporale. Sabbioso, eccitato, si rivolse al reverendo: "Maestro, permettete che mi eserciti anch'io."
Fece un balzo a piedi giunti e ascese in cielo menando fendenti con il suo bastone, che si lasciava dietro scie di faville. Lo maneggiò a due mani nelle figure della 'fenice color cinabro che guarda il sole' e della 'tigre affamata che si getta sulla preda'. A rapido attacco, lenta parata; ad astuta finta, brusca risposta.
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