Occhi lustri come lanterne, pelacci rossi dritti sulla testa, come se andasse a fuoco. Il suo naso, un gran truogolo rovesciato, pende su una bocca storta da cui spuntano zanne.
Aggiungete orecchie biforcute, fronte incavata e faccia gonfia e cianotica. L'abito è giallo chiaro, calza sandali di paglia: maestoso come un dio del malanno, inquietante come un fantasma malvagio.
Il mostro teneva sottobraccio un cofanetto per biglietti d'invito, laccato di vari colori. Quando vide Scimmiotto e compagni, gridò: "Ecco gli Imbrogli! Che cosa avete comprato?"
"Non vedi il gregge?" rispose Scimmiotto.
"E questo chi è?" chiese il mostro sbirciando Sabbioso.
"Il mercante che ci vende le bestie. Non avevamo denaro a sufficienza, perciò ci accompagna. E tu dove vai?"
"Vado al Monte dei Nodi di Bambù, per invitare il grande re al ricevimento di domani."
"Quanti invitati avremo?"
"Il grande re presiederà il banchetto; con il nostro re e i loro capitani, saranno una quarantina di convitati."
"Dài, andiamo avanti!" tagliò corto Porcellino. "Non ci fermiamo: le bestie si sbandano e vanno per conto loro."
"E tu corrigli dietro" rispose Scimmiotto. "Voglio vedere com'è fatto il biglietto di invito."
Il mostro glielo porse. Si leggeva:
"Abbiamo rispettosamente preparato un banchetto, che si terrà domattina, per celebrare la lieta assemblea del rastrello. Se vorrete darvi la pena di effettuare il viaggio, saremo onorati della vostra presenza. Vi saremo infinitamente grati se ci concederete il vostro consenso.
Al mio rispettabilissimo avo, l'eminente santo primordiale della Nonupla Numinosità,
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