Il Novizio mostra il suo magistero marziale: rubare quegli oggetti è stata una brutta imprudenza. Porcellino combatte da Ammiraglio dei Canneti Celesti, ed anche il generale Sabbioso è pienamente all'altezza. I tre fratelli hanno combinato lo stratagemma che ha portato lo scontro nella grotta del nemico; quest'ultimo non manca di forza e di astuzia, e riesce a tenere la partita in equilibrio.
Si battono finché il sole volge al tramonto. Allora la creatura perversa sente esaurirsi le proprie forze: non ce la fa più.
Alla fine il mostro si trovò in difficoltà. Gridò a Sabbioso: "Bada al raschiatoio!" e, alla sua schivata, approfittò del varco per fuggire verso sud est. Porcellino voleva inseguirlo, ma Scimmiotto gridò: "Lascialo andare. Non mettere nell'angolo il brigante, dice l'adagio. Distruggiamo invece la sua base."
Entrarono insieme nella grotta e fecero un macello di tutti i mostri grandi e piccoli che vi trovarono. Erano tigri, lupi, leopardi, pantere, cervi e camosci. Il grande santo, con i suoi mezzi magici, raccolse gli oggetti di valore e la selvaggina, da portare in città come bottino. Quanto al resto, Sabbioso raccolse molta legna secca e vi mise fuoco; Porcellino lo ravvivava agitando le orecchie come ventole. In breve bruciò tutto.
Le porte della città erano ancora aperte, nonostante l'ora tarda, e nell'attesa la gente non si era coricata. Il principe, i suoi figli e Tripitaka aspettavano ansiosi nel Padiglione dell'Essiccatoio della Garza. A un tratto sentirono un gran rumore nella corte: erano oggetti e selvaggina che cadevano dal cielo. Poi comparvero i tre monaci, che dissero in coro: "Maestro, vittoria su tutta la linea!" Il reverendo era tutto gongolante; sua altezza si inchinava per ringraziare e i tre giovani principi si inginocchiavano. "Tiratevi su" disse Sabbioso. "Piuttosto venite a vedere il bottino."
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