"È molto spiacevole, ma quella festa non si potrà tenere."
Comparve Faccia Blu: "Maestà, non mi aspettavo di vedervi qui."
Il mostro era tanto agitato che riuscì solo ad agitare la mano, senza rispondere.
Un momento dopo il vecchio mostro si alzò dal letto e lo fece chiamare. Il nipote appoggiò la sua arma alla parete e si inchinò fino a terra, mentre le lacrime gli bagnavano le guance.
"Mio saggio nipote, che cosa ti è accaduto?"
"Ieri notte" raccontò il mostro, "mentre passeggiavo al chiar di luna, vidi una luce che saliva al cielo dalla città di Yuhua. Corsi a vedere che cosa la provocava, e trovai nella corte del principe tre armi magiche: un rastrello dorato a nove denti, un prezioso bastone e una sbarra cerchiata d'oro. Me le portai a casa, e volevo celebrarne il ritrovamento con un bel banchetto. Avevo fatto comprare maiali, montoni, frutta e tante cose per il festino che voi avreste presieduto. Dopo la partenza di Faccia Blu, che veniva a portarvi l'invito, ritornarono a casa i miei che erano andati ad acquistare il bestiame, in compagnia del mercante che lo aveva venduto e avanzava denaro. Non volevo mostrare le armi, per timore di spargere la notizia. Ma il mercante era affamato e andò in cucina per mangiare un boccone. Attraversando la sala, videro le armi, cambiarono aspetto e le impugnarono, affermando di esserne i veri proprietari. Uno era un monaco peloso con la faccia da duca del Tuono, un altro un bonzo dal grugno lungo con grandi orecchie, e il terzo aveva una faccia cupa di colore scuro. Hanno detto di essere i discepoli del monaco inviato in missione dai grandi Tang, e mi si sono gettati addosso senza altre spiegazioni. Mi sono difeso con il mio raschiatoio, ma li ho trovati davvero molto forti. E poi ero solo contro tre: ho dovuto fuggire e sono venuto a cercare rifugio da voi. Se provate qualche affetto per vostro nipote, spero che vorrete impugnare le armi per vendicarmi e aiutarmi a catturare quei bonzi."
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