Il principe diede gli ordini. Padre e figli salirono sulla torre più alta e fecero spiegare tante bandiere da oscurare il sole, mentre sparava il cannone.
Scimmiotto e i suoi compagni lasciarono la città avvolti da brume e nubi, per andare incontro al nemico.
Poiché ha perduto le armi di saggezza,
L'armata dei perversi va all'attacco.
Se poi non sapete come si svolse la battaglia, né il suo esito, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 90
PESTAGGIO DI SCIMMIOTTO
OVE MAESTRI E LEONI, COL DARE E RICEVERE, RITORNANO ALL'UNITÀ; VIOLARE LA VIA E CAPTARE MEDITAZIONE PLACA NONUPLA NUMINOSITÀ.
Il racconto ci ha narrato come il grande santo uscisse incontro al nemico con Porcellino e Sabbioso. Si trovarono di fronte una banda di mostri, che erano leoni di vario pelo: al centro Leon Fulvo, a sinistra Grifone e Mordi Elefante, a destra Ippogrifo e Accoppa Donnole, alla retroguardia Leone Gibbone e Leone delle Nevi. In mezzo a loro stava un leone a nove teste, accanto al quale Faccia Blu reggeva una bandiera ricamata di broccato. Imbroglio Strano e Strano Imbroglio, sui lati, sventolavano stendardi scarlatti. Era uno schieramento bellico da manuale, con andamento a falce di luna.
Porcellino si fece avanti, con la sua solita aggressività grossolana, a lanciare insulti: "Ruba tesori, mostro da strada! Dove hai trovato questa banda di complici spelacchiati?"
"Maledetto furfante rapato!" gridò Leon Fulvo digrignando i denti. "Ieri mi avete aggredito tre contro uno, e io mi sono ritirato. Il vantaggio vi poteva bastare. Invece vi siete accaniti sui miei, mi avete incendiato la casa, devastato la montagna e distrutto il clan. Il mio odio per voi è più profondo del mare. Ora badate a voi, ve la farò pagare!"
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