Scimmiotto rifletté: "Sulla Scogliera delle Meraviglie risiede il venerabile celeste Salvatore dell'Uno Supremo. In effetti il suo trono appoggia su un leone a nove teste." E diede queste istruzioni: "Voi, rivelatore, ritornate da dove venite, riportate il tudi a casa sua e proteggete i prigionieri. Gli dèi tutelari della città restino a guardia delle mura. Io vado e torno."
Le divinità si divisero i turni di guardia, mentre Scimmiotto filava dritto alla porta est del Cielo. Era l'ora yin, circa le quattro del mattino. Si imbatté nel re celeste Vasto Sguardo, con i suoi soldati e colossi, che lo accolse rispettosamente giungendo le mani e chiese: "Dove va il grande santo?"
Scimmiotto rese il saluto e rispose: "Faccio un salto al Palazzo della Scogliera delle Meraviglie."
"Come mai questa gita nel cielo orientale, quando la tua strada ti porta a occidente?" chiese il devarâja.
"Il venerabile celeste che vado a trovare è il padrone di un mostro con cui siamo venuti alle prese. Avevamo accettato i figli del saggio principe della città di Yuhua come allievi d'arti marziali, quando ci siamo scontrati con una banda di leoni capeggiata da quel bel tomo."
"Mostri e maestri si fanno concorrenza(74)" scherzò il devarâja.
Scimmiotto rise e corse via per la sua strada. Giunse ben presto alla Scogliera delle Meraviglie, dove si ammiravano
le nubi iridate in vari strati, le volute di vapori porporini, la distesa delle tegole d'oro, ardenti come un mare di fiamme, statue di giada che rappresentano animali a guardia dell'ingresso, il doppio arco fiorito della porta, il sole che brilla attraverso la bruma smeraldina aleggiante sull'altera foresta.
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