Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il leone non osava respirare. Quando il guardiano si stancò di batterlo, gli mise una sella di broccato, e il venerabile gli montò in groppa: "A casa!" Salirono su una nuvola colorata e se ne tornarono al Palazzo della Scogliera delle Meraviglie.
     Il grande santo fece i suoi ringraziamenti rivolto verso lo spazio. Poi entrò nella grotta e liberò per primo il principe, poi Tripitaka, e infine i condiscepoli e i principini. Frugarono la grotta, per accertarsi che non vi fossero altre presenze; Porcellino accatastò molta legna secca e vi mise fuoco. La Grotta dei Nove Meandri si ridusse come il rudere calcinato di una fornace.
     Le divinità vennero congedate e il luogo restò affidato alla custodia del tudi. Porcellino e Sabbioso si incaricarono di riportare a casa i principi, mentre Scimmiotto provvedeva a Tripitaka. Giunsero in città verso sera, e le dame del palazzo e gli ufficiali vennero ad accoglierli. Si servì una cena vegetariana che tutti mangiarono di buon appetito. Maestro e discepoli si presero il meritato riposo nel Padiglione dell'Essiccatoio della Garza.

     L'indomani il principe ordinò un grande festino di ringraziamento, al quale parteciparono tutti i notabili del principato. Quanto ai leoni prigionieri, furono condannati a morte. Su proposta di Scimmiotto si convocarono i macellai, che li abbatterono, li scorticarono e li squartarono. Uno fu riservato alla residenza principesca, un altro ai funzionari dei servizi amministrativi. Il resto, tagliato a pezzetti da una o due once, fu distribuito alla popolazione della città e dei sobborghi. Così tutti assaggiarono carne di leone, che li rinvigorì e fece passare la gran paura che avevano avuto di quelle bestie da vive.


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