Il giorno successivo Tripitaka dichiarò: "Ho fatto voto di spazzare ogni pagoda che trovassi sulla mia strada. Il vostro discepolo sarebbe grato al superiore se gli permettesse di adempierlo in questo giorno di grande festa, aprendogli la porta della vostra pagoda."
I monaci aprirono e Tripitaka si fece accompagnare da Sabbioso, che recava il suo kasâya. Al primo piano indossò l'abito, pregò e spazzò il pavimento. Poi riconsegnò l'abito a Sabbioso e salì le scale. La cerimonia si ripeté a ogni piano, fino all'ultimo; e prese molto tempo, anche per le soste che facevano davanti a ogni statua del Buddha, per pregare, e a ogni finestra aperta, per contemplare il paesaggio. Quando discesero era venuta la sera e si accendevano le luci.
La notte del plenilunio, i monaci proposero: "Reverendo maestro, questa è la vera e propria sera della festa. Finora ci siamo accontentati delle luminarie del monastero e dei sobborghi; ma questa sera potremmo andare a vedere le lanterne d'oro in città. Che ne dite?" Con il suo consenso, si misero tutti in cammino. Era
la bella festa del triplo cinque, colori di primavera in armonia con la luna piena. Il mercato è affollato come in pieno giorno e vi sono appese le lanterne fiorite; la gente canta il regno della pace universale.
Il piatto d'argento della luna illumina il cielo, e le lanterne tutti i viali della città. Non si finirebbe mai di contemplare i ponti di stelle e gli alberi di fuoco. Dalle torri pendono lanterne a forma di noci e di fior di loto. Alte strutture di legno reggono leoni azzurri ed elefanti bianchi; su grandi tele sono rappresentati gamberi e tartarughe. Dalle tettoie pendono montoni e conigli; vi si affiancano aquile e fenici. Passeggiano tigri e cavalli; la gru d'immortali e il cervo bianco accompagnano la stella della Longevità. Il poeta Li Bo monta il pesce d'oro e la balena. Dèi e immortali si dànno convegno sul monte delle lanterne tartarughe. Sotto la lanterna girevole i guerrieri incrociano le spade.
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